mercoledì 7 settembre 2016

Sequestri alieni


Sembrava fatta. Un invito a cena a casa sua.
Nella mia testa lei in un qualche completino da sado-massaia che piruetta in aria omelettes abbeverandosi da un calice di Champagne in tacchi a spillo.
Magari un grembiulone da cuoca con sotto niente.
Una topless-pastasciutta coi gamberoni.
Pero'.
Pero' quando con la fantasia si va troppo avanti poi si resta sempre fregati, sara' un problema di aspettativa o è che i film che mi faccio in testa son sempre porno.
Problema mio? Forse.
Dato che ho il Blockbuster sotto casa mi fermo a prendere un film. Una roba romantica, due che si amano poi lei si ammala e muore. E' il principio tanto caro alla DeFilippi, le donne con quella roba piangono e quando piangono e' quasi matematica che te la tirano sul muso.
Tra un singhiozzo e l'altro ogni anno resta incinta un botto di gente. Per il ministro dello sviluppo economico certi programmi aiutano a rimpolpare la massa proletaria cento volte piu' velocemente delle agevolazioni fiscali sui secondi e terzi figli.
Cosi' arrivo a casa sua, tiro fuori dalla busta il DVD e una bottiglia di vino bianco che un mio amico mi ha giurato che stronca, contiene addittivi vietati in 28 stati dell'Unione Europea "due bicchierini di questo" mi ha detto "e vedrai numeri peggio della droga dello stupro".
"Ho un film" le dico, senza specificare tutta quella roba strategica da maschio, le lacrime e i singhiozzi che servono per farla finire smutandata, il vinarello da colpo di grazia.
E lei mi dice: "Tranquillo mettilo via che al film ci ho pensato io."
La spio per sopra la spalliera del divano, e non è per niente in topless, e non sta facendo neppure le omelettes col grembiulone con sotto niente.
E' proprio vestita, tutta quanta, neppure uno scollo a Vi.
Calze a scafandro e gonnellina da preservamento della virtù.
Sprofondo affranto il culo sul cuscino del divano e lo stomaco mi da due sprizzate di acido. Sono in trappola. Il mio sesto senso non sbaglia.
Per esempio questo non è un divano qualsiasi, la mia cultura sui mobili scandinavi mi mette in guardia.
E' un EKTORK! e sembra che il suo designer, un certo Mika Rasmussen, lo abbia progettato dopo essere stato violentato da una renna sodomita durante una gita in slitta per le desolate lande della Lapponia settentrionale.
Vien da se che lo shock inconscio lo abbia portato a disegnare un divano che non permette l'allineamento dei genitali. Se ci fai inginocchiare una femmina sopra
avrà sempre il didietro troppo in alto per poterci fare checchessia.
In realtà la soluzione sembra che in Svezia l'abbiano trovata: venderlo in abbinamento ad un pouff RENNAN  o mal che vada ad uno sgabello KADAMMUMMER. Se hai l'aria abbastanza depravata ti si avvicina sempre qualche commesso a proporteli.
Esamino la stanza ma Niente. Di svedese non c'è altro, in mezzo al tappeto un tavolino da the intarsiato con le gambe roccocò, se mi metto sopra a quello ci finisco di sotto, spacco tutto e non trombo.
Smadonno.
I miei programmi espansionistici cominciano a vacillare, al massimo se la riesco a corrompere con la DeFilippi e stordire col vino mi riesce una missionaria.
Il divano antistupro se ne sta la' studiandomi con l'espressione da mobile virtuoso.
Vorrei non dargliela vinta...
Mi si siede vicina col grembiulone con sotto tutto, sono cosi' in astinenza da passera che la sporgenza mi si mette dritta solo ad annusarle i capelli lavati con l'ultradolce di Garnier.
"Non ci crederai mai" mi dice "ho beccato un film di una storia vera".
La mia mente è distratta dall'affievolimento dell'opportunità di trombare e non capisco tutto ciò di cui sta discorrendo.
Capisco solo che si mangia i pop corn davanti alle trasmissioni tipo "mistero" si compra il giornale "UFO" e poi tra una frittura e una torta di banane parte con delle elucubrazioni che alla Nasa non ci sono ancora arrivati: "Lo sai cosa ha detto Adman Kadmon??"
Insomma sta storia vera si chiama "sequestri alieni". E' cosi' tutta in sollucchero a poterla condividere con me che quasi si scorda che mi deve scodellare le lasagne.
"Pensati che sull'opuscolo ho letto che il protagonista del film lo hanno preso per matto...la gente non capisce niente...e non era neppure la prima volta che lo sequestravano..."

L'opportunità di irretimento con la DeFilippi mi tormenta ancora, con gli UFO non si tromba, ne sono sicuro.
"Sai sul 39 danno una replica di "Amici" le dico tentando di
giocarmi un'altra carta.
Che tu sia cantante o ballerino prima o poi devi piangere davanti al video di tua nonna che ti faceva gli auguri e poi è morta.
E' con quelle lacrime che si preserva la specie.
Una muore e una va in calore e la da come se non ci fosse un domani. La natura le pensa tutte per tenere un equilibrio demografico favorevole, e dove non arriva la natura c'è il ministro dello sviluppo economico assieme alla DeFilippi, il Vaticano che ti dice "vai e moltiplicati". Far trombare l'italiano medio è una missione sociale prevista dalla costituzione. Solo quel distopico di Adam Kadmon tenta di farti andare in bianco. Il suo circolo vizioso è non farti trombare affinchè tu ti estingua, cosi' la sua strategia disfattista finirà per dargli ragione. Cazzo di un Adman Kadmon, sei tu che complotti per non farmi battere chiodo! Altro che la massoneria e i poteri occulti.
"Sul 42 c'è la replica di uomini e donne" sibilo con l'ultimo fiato che mi resta nel polmone destro.
Niente.
Si guardano "sequestri alieni" e per di  piu' seduti sul divano antistupro.
Lei comincia con la tiritera, si sente in dovere di spiegare ad un neofita come me la strategia usata piu' frequentemente dai piloti di UFO per risucchiarti dentro all'astronave.
Pensando alla via piu' breve per arrivare alle sue mutande nel mio personale labirinto della vita tento di darle ragione, le dico:
"ma vedi un po'te cosa capita in giro, magari stai andando a lavorare e ti ritrovi con st'astronave sopra la testa". Poi mi ficco sulle lasagne che magari con la bocca piena mi lascia in pace.
Niente.
"Pensa che gli hanno preso anche del DNA per clonarlo" e finchè mi mangio le lasagne mi spiega tutta la storia che ha visto su mistero "ti legano ad un lettino e poi con delle canne ti vanno sù per gli orifizi"
"Naso, occhi, gola, sedere".
La sua storia di robe infilate mi rovescia lo stomaco, bevo un bel sorso di vino sperando me lo riscaldi a facilitarmi la digestione.
"E' buono?" mi chiede finchè ne sto ingollando avidamente una mezza pinta "sai io sono astemia ma nella tua borsetta...."
Salto in piedi. No, non puo' essere!
Ora sono sicuro che la colpa è di Adman Kadmon, le carestie, le malattie e le guerre, tutta colpa sua. Solo la DeFilippi potrà salvarci!
Corro alla macchina, non voglio che capisca cosa volevo farle ingurgitare.
Esco, accendo il veicolo e imbocco la strada verso casa.
Pochi centinaia di metri e la vedo davanti a me.
Sembra galleggiare nell'aria emettendo delle luci blu cobalto, intermittente e alieno.
La mia macchina sobbalza poi si spegne, osservo paralizzato dal panico. Un'entità scura si avvicina in controluce, in mano una sonda da esperimenti.
Sono fottuto.
Tento di rimettere in moto ma la macchina non fa che due salti in avanti finendo contro l'astronave piena di luci.
La sua bocca si muove per comunicare con me, il suo apparato boccale si apre e dice: "soffi dentro questa".


La strategia del cojote


Era di domenica.
Il meeting dei depravati durava ormai da quindici ore e non se ne veniva più a capo. Il leader carismatico si era dilungato oltre ogni previsione poi per farla completa era intervenuto il rappresentante degli onanisti che aveva annoiato tutti con i suoi su-e-giù. Nessuno conservava piu' il benchè minimo cipiglio da maniaco.
La rinomata giovialita' dei palpeggiatori da autobus si era spenta assieme alla gaiezza tipica degli esibizionisti da parco pubblico.
Ovunque ci si girasse si notavano solo occhiaie nere e facce stanche.
Sul buffet lo spumante era sgasato, il pane dei sandwiches era gomma e i wurstel erano spariti assieme alle ragazze della Lap-dance.
Il waitress cercava di riempirmi il calice di roba buona quando uno dell'associazione "spolverini sbottonati” mi e' inciampato addosso, camminava spiando dalla terrazza il parcheggio delle coppie scambiste.
"C'e' gente che è in vena di divertirsi" ha detto spolverino finché zufolava in mezzo al buffet riempendosi le tasche di salatini.
"Già già...posso chiederle alcune cose per la tesina" ha detto una tizia misteriosa a cui lo spumante sgasato piaceva.
"Tesina di che??" ha chiesto Spolverino con un dito già pronto a far saltare il primo bottone in alto.
...
Penso che prima di tutto sia colpa di internet. Se non mettevano le tipe coi culi di fuori forse in questo momento starei in un convento.
Me lo ripeto di continuo mentre osservo le universitarie fare jogging sull'argine del fiume. Giovanotte che vanno avanti e indietro in mise sportiva.
Che poi a dirla tutta anche la mia è a modo suo un'attività sportiva.
Mi nascondo per bene dietro al cespuglio, mi tiro giu' i boxer nuovi di tezenis poi con il battocchio che mi dondola guadagno il vialetto e mi metto a rincorrerle.
La parte piu' efficace è lo scatto iniziale, se riesci ad avere un buono spunto in partenza puoi arrivare a strusciargli il ferro sui pantaloncini attillati del decathlon in meno di cento metri.
A furia di scatti peraltro mi e' venuta una capacità polmonare pazzesca.
Alla prova di spirometria della visita medica del lavoro sono  in continuo miglioramento. Il crescendo tipico degli atleti professionisti.
Quando la dottoressa compila il modulo mi chiede se fumo
E io le rispondo di No.
"Consuma alcool?" e io le rispondo: Moderatamente.
Pratica sport? E io dico: Si. Allora lei sorride e mi chiede che genere di sport pratico. Me lo chiede per capire con cosa riesco a tenermi cosi' perfettamente in forma. E' la classica storia della deontologia professionale, così poi al prossimo raduno di luminari potrà raccontare la storia di quel suo paziente che fa quello sport là ed ha tutti i parametri a posto. Altro che i podisti o gli sciialpinisti.
E io le dico che non glielo posso dire che sport faccio, ma che comunque si tratta di ragazze.
La dottoressa arrossisce, o è un fatto di charme o forse mi ha preso per un burlone.
Ma non è il caso di sbilanciarsi troppo che quella volta che mi hanno messo al fresco mi son ritrovato con le manette ai polsi talmente in fretta da non riuscire neppure a tirarmi su gli slippini di Dolce & Gabbana.
Me ne sono stato col battocchio di fuori fino in questura.
Guardato torvo da tutti.
Il questore aveva una busta piena di foto mie. Io sull'argine che scattavo con le mutande all'altezza delle rotule. Io col ferro quasi appoggiato alla microfibra fucsia fosforescente di un'universitaria in corsa.
Sempre io che sbucavo da un cespuglio col battocchio eretto e le mutande camouflage sfilate fin sulle caviglie.
Chiunque avesse osservato quelle foto non poteva che arrivare alla conclusione che erano state scattate da un professionista.
Sarebbero state bene sulla gazzetta dello sport, vicino a quelle di Federer, tra Alonso e Hamilton.
Altro che gli sciialpinisti.
Le posture erano forti, ce n'erano in controluce che mettevano in risalto il tricipite poderoso che scaricava a terra lo scatto felino, le prede con la tuta dell'Adidas intente ad una fuga disordinata."Me le posso portare a casa?" Avevo chiesto al questore.
E lui se le era imboscate nel cassetto sotto.
"Queste sono prove" ha detto.
"prove di che??" ho chiesto.
Il questore non scherzava.
Che poi l'unica volta che l'universitaria l'ho presa per sul serio non sapevo che farci.
E' la sindrome di Wile Cojote. Nessuno ha mai pensato cosa debba succedere dopo che ha preso lo struzzo bip bip.
Qualunque fanciullo in età da cartoni animati potrà confermarvelo. Anche i disegnatori della Warner Bros non saprebbero che fare a quel punto. Semplicemente non esiste soluzione. Uno rincorre, l'altro scappa. Punto.
Regole semplici semplici.
Cosi' ci siamo guardati; Lei aveva dei pantaloncini tecnici cosi' stretti che per dirla alla Nabokov ci si vedeva la riga della pesca. Io avevo il battacchio di fuori ed aspettavo che passasse il momento di empasse.
Certo che se si fosse rimessa a correre le sarei partito a razzo per didietro.
Ma lei se ne stava li ferma e il mio libretto delle regole non dava la soluzione.
"E adesso che mi vuoi fare?" mi ha chiesto con la voce che le tremava.
"Boh, perchè non ti rimetti a correre?" le ho detto.
"sai è un sacco di tempo che ti tengo d'occhio" ha detto lei, "volevo capire cosa cercavi"
Obbiettivamente era una domanda da un milione di dollari.
Cos'è che cercavo?
Beh, l'urlo d'angoscia dell'universitaria in fuga di certo era un buon incentivo, lo sguardo disorientato della malcapitata di turno, quelle faccine per bene al quindicesimo esame deformate dal panico, l'ululato straziante della dottoranda.
E poi boh. Vedendo che l'erezione mi si è persa nel discorso le dico: "perchè non ci prendiamo un caffè e ne parliamo?!"
Cosi' scopro che studia psicologia, i depravati come me sono il suo pane, dice. Tento di ribattere che il mio è uno sport, che la mia dottoressa è un sacco contenta, le parlo del mio livello di colesterolo. Altro che i canottieri, altro che quelli del salto con l'asta, altro che gli sciialpinisti.
La mia è una vita sana, aria aperta, belle giornate, universitarie, corse...
Certo che a parlare con un'universitaria seduto al caffè mi fa strano, ha un bel faccino ma senza il terrore che le strazia il volto non dice granchè.
Tento di ubriacarla, all'associazione dei depravati ti insegnano che quando una è abbastanza fatta ne puoi anche abusare un po'. Non è il mio genere di settore e forse è questa mia inesperienza che mi frega.
Si mette a parlare, parlare, parlare. L'alcool la rende loquace.
Mi racconta del suo vecchio moroso con la station-wagon grigio-rappresentante metallizzato, del suo periodo da fashion-victim con la passera rasata a pied de poule.
"Scolta" mi dice "ti ho fatto un sacco di foto per la tesina, mi sa che un po' sono finite anche in questura, sai mi piacerebbe tanto frequentare uno dei vostri meeting"
...
Quindi eccoci qua al meeting.
Nessuno si aspettava che arrivassi con una ragazza. Spolverino prima di sbottonarsi ed esibire il ferro mi ha chiesto se le avevo già fatto fare il giro da quelli dei riti voo-doo.
L'ultimo ritrovato è quello di far avere un'esperienza extracorporea alle ragazze per poi abusarne della carcassa esanime ma calda e respirante.
"Ci sto pensando" dico finchè mi allaccio le nike runner nuove.
"E' che ultimamente sto cambiando un po'" dico a spolverino, sai ora ho un lavoro onesto da cavia all'università. Sto andando proprio la', se vieni con me son sicuro che prenderanno anche te.
Apro la porta, riempio d'aria i polmoni, tiro fuori il battocchio e comincio a correre.

Just do it